Quota 100, docenti e sentenze, problemi per la scuola paritaria
Titoli di studio, qualifiche, punteggi, la vita del docente non è facile, spesso arrivare ad avere una cattedra è un vero e proprio percorso ad ostacoli. Anche se non se ne parla molto sui media, la scuola paritaria è in fermento. A partire dai mesi estivi molti docenti dovranno andare a coprire cattedre che resteranno vacanti a causa del prepensionamento dei docenti che hanno optato per quota 100, che si vanno a sommare a quelli che andranno in pensione con la Fornero.
Da una previsione iniziale di 70.000 si è rapidamente passati ad una molto più allarmante, pubblicata dal Sole 24 Ore dove si parla di ben 140.000 cattedre che rischiano di restare vacanti. Un problema che non si può certo risolvere con le supplenze, anche perché mancano i docenti anche per quelle.
Potrebbe verificarsi una vera e propria emergenza, in particolare nella scuola paritaria e i sindacati avvertono: “l’amministrazione deve garantire continuità didattica e non avere troppi buchi di organico, è responsabilità del governo trovare una soluzione rapida”.
Le previste e probabilmente massicce operazioni di immissioni in ruolo dei docenti, già avviate ai tempi del governo Renzi allo scopo, naturalmente non riuscito, di eliminare il precariato, hanno spesso messo in una certa difficoltà in particolare proprio le scuole paritarie, che faticano a trovare personale qualificato per coprire i posti rimasti vacanti e poter quindi garantire un servizio continuativo e soprattutto di elevata qualità a studenti e famiglie.
Ad oggi non pare vi siano idee o iniziative concrete per (quantomeno) tamponare la situazione che si è andata a creare e che potrebbe presto peggiorare ulteriormente, l’unica possibile buona notizia per le paritarie viene dalla magistratura, con il Tribunale di Roma che con una sentenza del 22 marzo 2019 ha stabilito che l’abilitazione all’insegnamento può essere considerata valida se si hanno laurea magistrale e 24 Cfu. Il Ministero potrebbe però ricorrere contro la sentenza del Tribunale di Roma ed avviare la procedura istituzionale per riconoscere formalmente laurea magistrale più i 24 Cfu, con allungamenti dei tempi ed effetti collaterali di difficile quantificazione.
Il dibattito continua ed è più che mai accesso e la speranza, da più parti è che il MIUR decida in fretta e con la massima chiarezza cosa fare. L’inizio del nuovo anno scolastico è dietro l’angolo e avere criteri chiari per il reclutamento degli insegnanti e la loro eventuale immissione in ruolo è nell’interesse degli studenti e delle famiglie.