Quali sono le migliori scuole d’Italia?
I licei lombardi ai primi posti della classifica nazionale
In molti se lo chiedono, almeno una volta nella loro vita, spesso al momento di doversi iscrivere alle superiori. Quali sono le migliori scuole d’Italia? Il quotidiano Il Messaggero ha cercato di rispondere in modo esaustivo a questa domanda elaborando un’apposita classifica basata sui dati di Eudoscopio, l’atlante delle scuole creato dalla Fondazione Agnelli. Lo scopo dell’iniziativa è aiutare le famiglie e naturalmente anche i ragazzi nel passaggio tra scuole medie e superiori, incentivano come è facile intuire l’iscrizione in quelle che vengono individuate come le migliori scuole italiane.
Osservando la classifica appare subito ben evidente come la regione Lombardia si possa fregiare di avere numerose tra le migliori scuole superiori d’Italia. Si tratta di licei scientifici, come il Torquato Taramelli di Pavia e classici, come l’Alessandro Manzoni di Lecco e l’Ugo Foscolo di Pavia. Tutti tra i primi 10 istituti della classifica.
Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia ha accolto con soddisfazione la notizie e s’è detto intenzionato a continuare a lavorare per migliorare di continuo l’offerta formativa, compresa quella degli istituti professionali. Anche Melania Rizzoli, Assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro è rimasta soddisfatta da quanto ha fatto emergere Il Messaggero e s’è direttamente complimentata con le scuole lombarde identificate come migliori, sottolineando al contempo il desiderio di puntare ad un continuo miglioramento.
Per i più curiosi, il miglior liceo scientifico d’Italia, è il Giovanni Battista Quadri di Vicenza, mentre il miglior liceo classico in assoluto è il già citato Alessandro Manzoni di Lecco. Appare assolutamente evidente, anche dalle altre posizioni in classifica, che tutte le migliori scuole d’Italia si trovano nelle regioni del nord e questo è senza dubbio un segnale che la politica nazionale dovrebbe cogliere e gestire adeguatamente, con appositi interventi nelle regioni dove la scuola pare a corto di risorse e magari anche di entusiasmo.
