Educazione civica a scuola, chi la insegna e chi effettua il coordinamento
Approvato il testo di legge che introduce l’educazione civica come materia autonoma
Spesso ci si lamenta di come i giovani siano poco attenti, sensibili e formati ad una cittadinanza più consapevole, come ci sia scarsa conoscenza e rispetto delle regole di convivenza civile e di come i più giovani siano spesso profondamente ignoranti sul funzionamento delle istituzioni. In parte questo è senza dubbio responsabilità delle famiglie, è inutile girarci attorno. Va anche detto però che l’insegnamento scolastico dell’educazione civica può fare la differenza, la sua reintroduzione è infatti stata accolta positivamente, in modo praticamente unanime. L’educazione civica non sarà più lasciata all’indipendenza e al buon cuore di qualche insegnante di storia o di altre discipline, ma sarà una materia indipendente, con voto autonomo.
La Camera ha già approvato il testo di legge che introdurrà l’educazione civica come materia autonoma. L’insegnamento dell’educazione civica sarà trasversale e verrà attivato nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, per un numero di ore annue non inferiore a 33, quindi una media di 1 ora a settimana, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio, senza quindi nessun incremento dell’orario scolastico. Alla scuola dell’infanzia saranno previste invece iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile.
Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, l’insegnamento dell’educazione civica verrà affidato a docenti scelti sulla base del loro curriculum accademico, utilizzando l’organico dell’autonomia scolastica. Nelle scuole secondarie di secondo grado la docenza verrà affidata a professori abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche.
Il coordinatore sarà un docente interno alla scuola, che avrà tra i suoi compiti quello di formulare la proposta di voto in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti interessati dall’insegnamento dell’educazione civica. Non sono previsti compensi per svolgere il ruolo di coordinatore, eccetto i casi in cui non siano stabiliti dalla contrattazione d’istituto, per migliorare l’offerta formativa.
Ci vorrà del tempo per valutare l’impatto che il ritorno dell’educazione civica tra i banchi di scuola potrà avere in concreto sul comportamento dei ragazzi, ma senza dubbio il segnale è positivo e tutti si aspettano che possa essere migliorativo dell’offerta scolastica e portare a ricadute sociali non indifferenti. La scuola è parte fondamentale della società e deve formare le nuove generazioni al rispetto, alla convivenza e alla consapevolezza. Di maggiore educazione su questi temi c’è un grande bisogno e la speranza è che i primi risultati concreti si possano vedere nel giro di pochi anni, con ragazzi più informati, educati e consapevoli. In sostanza con cittadini migliori, con persone che non siano solo individui, ma membri di una comunità.