Concorso Dirigenti Scolastici – Dopo anni di attese, ritardi e complesse vicende giuridiche, il concorso per dirigenti bandito nel 2017 è giunto nei giorni scorsi finalmente a termine, con la procedura di assegnazione dei vincitori nelle diverse Regioni. Il capitolo però non è chiuso e con 371 candidati aspiranti dirigenti scolastici, bocciati alla prova orale, difficilmente avrebbe potuto esserlo.
Dopo notevoli incompatibilità di alcuni commissari, constatate dal Tar il 3 luglio scorso e che si sono rivelate motivo di annullamento del concorso, anche le modalità di svolgimento dell’ultima prova da molti sono state considerate quantomeno discutibili.
L’eccessivo numero di sottocommissioni avrebbe secondo i più critici portato ad una netta disparità di trattamento tra i candidati. Il Regolamento del concorso, nel D.M. 138/2017, all’articolo 13 c. 3 spiega che i quesiti in lingua straniera per il colloquio orale, andavano predisposti dalla Commissione madre e non da una della altre 37 formatesi nel tempo. Ogni sottocommissione ha invece predisposto i quesiti di lingua e di informatica in modo indipendente con conseguenti notevoli disparità nel trattamento dei candidati, nelle diverse regioni.
Alcune commissioni e commissari, avevano maggiori competenze in determinati ambiti e hanno proposto prove proprio in quelli. I commissari avevano un ampio margine di discrezionalità nelle valutazioni e non sempre i criteri adottati, che hanno magari spinto ad assegnare 15 punti piuttosto che 29 sono parsi chiari.
Ci sono state commissioni che hanno respinto il 50% dei candidati, altre che sono arrivate addirittura al 90%. Questo concorso ha avuto una vita complessa, un iter lungo e accidentato e arrivato a conclusione non riesce ancora a mettere d’accordo nessuno. Ci sono i cosiddetti aspiranti dirigenti “asteriscati” (candidati che hanno un procedimento giuridico in corso) per i quali il posto di Dirigente Scolastico è stato sostanzialmente congelato e tra i bocciati in molti denunciano scarsa trasparenza nei criteri adottati dalle commissioni.
Centinaia di candidati poi, dopo lunghe e impegnative selezioni, dopo la preselezione e lo scritto, si sono visti bocciare ad una prova orale che più che un esame sarebbe dovuto essere un colloquio di lavoro, ma nei fatti spesso non lo è stato. La prova orale è stata spesso condotta con poca omogeneità, da commissari diversi e in molti casi sostituiti all’ultimo momento, senza aver avvisato i candidati. Tra i più critici il Comitato Ricorrenti Fermati Prova Orale Concorso DS, che hanno chiesto l’intervento del Ministero, ma che per ora non pare avranno soddisfazione.